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sposa infedeli. Sono proprio le immagini familiari - come nel caso di Osea
(cfr Os 1-2) - ad esprimere fino a che punto Dio voglia legarsi al suo popolo.
Questo dramma d'amore raggiunge il suo vertice nel Figlio fatto uomo.
In Lui Dio riversa la sua misericordia senza limiti fino al punto da farne
la « Misericordia incarnata » ( Misericordiae Vultus, 8). In quanto uomo, Gesù
di Nazaret è infatti figlio di Israele a tutti gli effetti. E lo è al punto da
incarnare quel perfetto ascolto di Dio richiesto ad ogni ebreo dallo Shemà,
ancora oggi cuore dell'alleanza di Dio con Israele: « Ascolta, Israele: il Si-
gnore è il nostro Dio, unico è il Signore. Tu amerai il Signore, tuo Dio,
con tutto il cuore, con tutta l'anima e con tutte le forze » ( Dt 6, 4-5). Il
Figlio di Dio è lo Sposo che fa di tutto per guadagnare l'amore della sua
Sposa, alla quale lo lega il suo amore incondizionato che diventa visibile
nelle nozze eterne con lei.
Questo è il cuore pulsante del kerygma apostolico, nel quale la mise-
ricordia divina ha un posto centrale e fondamentale. Esso è « la bellezza
dell'amore salvifico di Dio manifestato in Gesù Cristo morto e risorto »
(Esort. ap. Evangelii gaudium, 36), quel primo annuncio che « si deve sempre
tornare ad ascoltare in modi diversi e che si deve sempre tornare ad annun-
ciare durante la catechesi » ( ibid., 164). La Misericordia allora « esprime il
comportamento di Dio verso il peccatore, offrendogli un'ulteriore possibilità
per ravvedersi, convertirsi e credere » ( Misericordiae Vultus, 21), ristabilendo
proprio così la relazione con Lui. E in Gesù crocifisso Dio arriva fino a
voler raggiungere il peccatore nella sua più estrema lontananza, proprio là
dove egli si è perduto ed allontanato da Lui. E questo lo fa nella speranza
di poter così finalmente intenerire il cuore indurito della sua Sposa.
3. Le opere di misericordia
La misericordia di Dio trasforma il cuore dell'uomo e gli fa sperimentare
un amore fedele e così lo rende a sua volta capace di misericordia. È un
miracolo sempre nuovo che la misericordia divina si possa irradiare nella
vita di ciascuno di noi, motivandoci all'amore del prossimo e animando quelle
che la tradizione della Chiesa chiama le opere di misericordia corporale e
spirituale. Esse ci ricordano che la nostra fede si traduce in atti concreti e
quotidiani, destinati ad aiutare il nostro prossimo nel corpo e nello spirito
e sui quali saremo giudicati: nutrirlo, visitarlo, confortarlo, educarlo. Per-
ciò ho auspicato « che il popolo cristiano rifletta durante il Giubileo sulle