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di essere nutriti, vestiti, alloggiati, visitati, quelle spirituali - consigliare,
insegnare, perdonare, ammonire, pregare - toccano più direttamente il
nostro essere peccatori. Le opere corporali e quelle spirituali non vanno
perciò mai separate. È infatti proprio toccando nel misero la carne di
Gesù crocifisso che il peccatore può ricevere in dono la consapevolezza di
essere egli stesso un povero mendicante. Attraverso questa strada anche
i « superbi », i « potenti » e i « ricchi » di cui parla il Magnificat hanno la
possibilità di accorgersi di essere immeritatamente amati dal Crocifisso,
morto e risorto anche per loro. Solo in questo amore c'è la risposta a quel-
la sete di felicità e di amore infiniti che l'uomo si illude di poter colmare
mediante gli idoli del sapere, del potere e del possedere. Ma resta sempre
il pericolo che, a causa di una sempre più ermetica chiusura a Cristo, che
nel povero continua a bussare alla porta del loro cuore, i superbi, i ricchi
ed i potenti finiscano per condannarsi da sé a sprofondare in quell'eterno
abisso di solitudine che è l'inferno. Ecco perciò nuovamente risuonare per
loro, come per tutti noi, le accorate parole di Abramo: « Hanno Mosè e i
Profeti; ascoltino loro » ( Lc 16, 29). Quest'ascolto operoso ci preparerà nel
modo migliore a festeggiare la definitiva vittoria sul peccato e sulla morte
dello Sposo ormai risorto, che desidera purificare la sua promessa Sposa,
nell'attesa della sua venuta.
Non perdiamo questo tempo di Quaresima favorevole alla conversione! Lo
chiediamo per l'intercessione materna della Vergine Maria, che per prima, di
fronte alla grandezza della misericordia divina a lei donata gratuitamente,
ha riconosciuto la propria piccolezza (cfr Lc 1, 48), riconoscendosi come
l'umile serva del Signore (cfr Lc 1, 38).
Dal Vaticano, 4 ottobre 2015
Festa di San Francesco d'Assisi
FRANCISCUS PP.