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Nel Sinodo lo sguardo si è poi allargato sull'intero Medio Oriente, dove
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Congregatio de Causis Sanctorum 67
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Congregatio de Causis Sanctorum 69
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 73
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 75
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Acta Benedicti Pp. XVI 17
HOMILIAE
I
In nocte Sollemnitatis Nativitatis Domini.*
Cari fratelli e sorelle!
« Tu sei mio figlio, io oggi ti ho generato » - con questa parola del Salmo
secondo, la Chiesa inizia la liturgia della Notte Santa. Essa sa che questa
parola originariamente apparteneva al rituale dell'incoronazione dei re
d'Israele. Il re, che di per sé è un essere umano come gli altri uomini, diventa
« figlio di Dio » mediante la chiamata e l'insediamento nel suo ufficio: è una
specie di adozione da parte di Dio, un atto di decisione, mediante il quale Egli
dona a quell'uomo una nuova esistenza, lo attrae nel suo proprio essere. In
modo ancora più chiaro la lettura tratta dal profeta Isaia, che abbiamo
appena ascoltato, presenta lo stesso processo in una situazione di travaglio
e di minaccia per Israele: «Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un
figlio. Sulle sue spalle è il potere ».1 L'insediamento nell'ufficio del re è come
una nuova nascita. Proprio come nuovo nato dalla decisione personale di Dio,
come bambino proveniente da Dio, il re costituisce una speranza. Sulle sue
spalle poggia il futuro. Egli è il detentore della promessa di pace. Nella notte
di Betlemme, questa parola profetica è diventata realtà in un modo che al
tempo di Isaia sarebbe stato ancora inimmaginabile. Sı̀, ora è veramente un
bambino Colui sulle cui spalle è il potere. In Lui appare la nuova regalità che
Dio istituisce nel mondo. Questo bambino è veramente nato da Dio. È la
Parola eterna di Dio, che unisce l'una all'altra umanità e divinità. Per questo
bambino valgono i titoli di dignità che il cantico d'incoronazione di Isaia gli
attribuisce: Consigliere mirabile - Dio potente - Padre per sempre - Prin-
cipe della pace.2 Sı̀, questo re non ha bisogno di consiglieri appartenenti ai
sapienti del mondo. Egli porta in se stesso la sapienza e il consiglio di Dio.
Proprio nella debolezza dell'essere bambino Egli è il Dio forte e ci mostra cosı̀,
di fronte ai poteri millantatori del mondo, la fortezza propria di Dio.
* Die 24 Decembris 2010. 1 9, 5. 2 9, 5.