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Nel Sinodo lo sguardo si è poi allargato sull'intero Medio Oriente, dove
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Congregatio de Causis Sanctorum 67
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Congregatio de Causis Sanctorum 69
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 73
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 75
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Acta Benedicti Pp. XVI 37
nell'ambito della teologia cattolica - che non esisterebbero né il male in sé,
né il bene in sé. Esisterebbe soltanto un «meglio di » e un « peggio di ». Niente
sarebbe in se stesso bene o male. Tutto dipenderebbe dalle circostanze e dal
fine inteso. A seconda degli scopi e delle circostanze, tutto potrebbe essere
bene o anche male. La morale viene sostituita da un calcolo delle conseguenze
e con ciò cessa di esistere. Gli effetti di tali teorie sono oggi evidenti. Contro di
esse Papa Giovanni Paolo II, nella sua Enciclica Veritatis splendor del 1993,
indicò con forza profetica nella grande tradizione razionale dell'ethos cristiano
le basi essenziali e permanenti dell'agire morale. Questo testo oggi deve essere
messo nuovamente al centro come cammino nella formazione della coscienza.
È nostra responsabilità rendere nuovamente udibili e comprensibili tra gli
uomini questi criteri come vie della vera umanità, nel contesto della preoc-
cupazione per l'uomo, nella quale siamo immersi.
Come secondo punto vorrei dire una parola sul Sinodo delle Chiese del
Medio Oriente. Esso ebbe inizio con il mio viaggio a Cipro dove potei conse-
gnare l'Instrumentum laboris per il Sinodo ai Vescovi di quei Paesi lı̀ conve-
nuti. Rimane indimenticabile l'ospitalità della Chiesa ortodossa che abbiamo
potuto sperimentare con grande gratitudine. Anche se la piena comunione
non ci è ancora donata, abbiamo tuttavia constatato con gioia che la forma
basilare della Chiesa antica ci unisce profondamente gli uni con gli altri: il
ministero sacramentale dei Vescovi come portatore della tradizione aposto-
lica, la lettura della Scrittura secondo l'ermeneutica della Regula fidei, la
comprensione della Scrittura nell'unità multiforme incentrata su Cristo svi-
luppatasi grazie all'ispirazione di Dio e, infine, la fede nella centralità del-
l'Eucaristia nella vita della Chiesa. Cosı̀ abbiamo incontrato in modo vivo la
ricchezza dei riti della Chiesa antica anche all'interno della Chiesa Cattolica.
Abbiamo avuto liturgie con Maroniti e con Melchiti, abbiamo celebrato in
rito latino e abbiamo avuto momenti di preghiera ecumenica con gli Orto-
dossi, e, in manifestazioni imponenti, abbiamo potuto vedere la ricca cultura
cristiana dell'Oriente cristiano. Ma abbiamo visto anche il problema del Paese
diviso. Si rendevano visibili colpe del passato e profonde ferite, ma anche il
desiderio di pace e di comunione quali erano esistite prima. Tutti sono con-
sapevoli del fatto che la violenza non porta alcun progresso - essa, infatti, ha
creato la situazione attuale. Solo nel compromesso e nella comprensione vi-
cendevole può essere ristabilita l'unità. Preparare la gente per questo atteg-
giamento di pace è un compito essenziale della pastorale.