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Nel Sinodo lo sguardo si è poi allargato sull'intero Medio Oriente, dove
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Congregatio de Causis Sanctorum 67
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Congregatio de Causis Sanctorum 69
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 73
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 75
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Acta Benedicti Pp. XVI 39
servato che in America la democrazia era diventata possibile e aveva funzio-
nato, perché esisteva un consenso morale di base che, andando al di là delle
singole denominazioni, univa tutti. Solo se esiste un tale consenso sull'essen-
ziale, le costituzioni e il diritto possono funzionare. Questo consenso di fondo
proveniente dal patrimonio cristiano è in pericolo là dove al suo posto, al
posto della ragione morale, subentra la mera razionalità finalistica di cui ho
parlato poco fa. Questo è in realtà un accecamento della ragione per ciò che è
essenziale. Combattere contro questo accecamento della ragione e conservarle
la capacità di vedere l'essenziale, di vedere Dio e l'uomo, ciò che è buono e ciò
che è vero, è l'interesse comune che deve unire tutti gli uomini di buona
volontà. È in gioco il futuro del mondo.
Infine, vorrei ancora ricordare la beatificazione del Cardinale John Henry
Newman. Perché è stato beatificato? Che cosa ha da dirci? A queste domande
si possono dare molte risposte, che nel contesto della beatificazione sono state
sviluppate. Vorrei rilevare soltanto due aspetti che vanno insieme e, in fin dei
conti, esprimono la stessa cosa. Il primo è che dobbiamo imparare dalle tre
conversioni di Newman, perché sono passi di un cammino spirituale che ci
interessa tutti. Vorrei qui mettere in risalto solo la prima conversione: quella
alla fede nel Dio vivente. Fino a quel momento, Newman pensava come la
media degli uomini del suo tempo e come la media degli uomini anche di oggi,
che non escludono semplicemente l'esistenza di Dio, ma la considerano co-
munque come qualcosa di insicuro, che non ha alcun ruolo essenziale nella
propria vita. Veramente reale appariva a lui, come agli uomini del suo e del
nostro tempo, l'empirico, ciò che è materialmente afferrabile. È questa la
« realtà » secondo cui ci si orienta. Il « reale » è ciò che è afferrabile, sono le
cose che si possono calcolare e prendere in mano. Nella sua conversione
Newman riconosce che le cose stanno proprio al contrario: che Dio e l'anima,
l'essere se stesso dell'uomo a livello spirituale, costituiscono ciò che è vera-
mente reale, ciò che conta. Sono molto più reali degli oggetti afferrabili.
Questa conversione significa una svolta copernicana. Ciò che fino ad allora
era apparso irreale e secondario si rivela come la cosa veramente decisiva.
Dove avviene una tale conversione, non cambia semplicemente una teoria,
cambia la forma fondamentale della vita. Di tale conversione noi tutti abbia-
mo sempre di nuovo bisogno: allora siamo sulla via retta.
La forza motrice che spingeva sul cammino della conversione era in New-
man la coscienza. Ma che cosa si intende con ciò? Nel pensiero moderno, la
parola « coscienza » significa che in materia di morale e di religione, la dimen-