do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
orme di san Francesco d'Assisi, proponendosi come personale e ultimo obiet-
tivo quello di conformare la sua esistenza a quella di Cristo, unico Redentore
dell'uomo.
Chiamata ad essere sposa del Langravio di Turingia, non cessò di dedi-
carsi alla cura dei poveri, nei quali riconosceva le sembianze del Maestro
divino. Seppe unire le doti di sposa e di madre esemplare all'esercizio delle
virtù evangeliche, apprese alla scuola del Santo di Assisi. Si rivelò vera figlia
della Chiesa, offrendo una testimonianza concreta, visibile e significativa
della carità di Cristo. Innumerevoli persone, lungo il corso dei secoli, hanno
seguito il suo esempio, guardando a lei come a modello di specchiate virtù
cristiane, vissute in modo radicale nel matrimonio, nella famiglia e pure nella
vedovanza. A lei si sono ispirate anche personalità politiche, traendone inci-
tamento a lavorare alla riconciliazione tra i popoli.
L'anno internazionale elisabettiano, iniziato a Roma lo scorso 17 novem-
bre, sta recando nuovi stimoli a meglio comprendere la spiritualità di questa
figlia della Pannonia, che richiama ancora oggi ai suoi concittadini e agli
abitanti del Continente europeo l'importanza dei valori imperituri del Vangelo.
Signor Cardinale, formulo fervidi voti affinché la conoscenza approfondita
della personalità e dell'opera di Elisabetta di Turingia possa aiutare a risco-
prire con sempre più viva consapevolezza le radici cristiane dell'Ungheria e
della stessa Europa, spingendo i responsabili a sviluppare in modo armonico e
rispettoso il dialogo tra la Chiesa e le società civili, per costruire un mondo
realmente libero e solidale. Possa l'anno internazionale elisabettiano costitui-
re per gli Ungheresi, i Tedeschi e per tutti gli Europei occasione quanto mai
propizia per evidenziare l'eredità cristiana ricevuta dai padri, sı̀ da continua-
re ad attingere da quelle radici la linfa necessaria per un'abbondante frutti-
ficazione nel nuovo millennio da poco iniziato.
Mentre invoco su tutti la costante protezione di Maria, Magna Domina
Hungarorum, di santo Stefano e di santa Elisabetta, imparto a Lei, Signor
Cardinale, all'Episcopato, al clero, ai religiosi e ai fedeli tutti una speciale
Benedizione Apostolica, pegno di copiosi favori celesti.
Dal Vaticano, 27 Maggio 2007.
BENEDICTUS PP. XVI
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