do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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abbattendo il muro della separazione ... ».6 La sua personalissima confessione
di amore esprime nello stesso tempo anche la comune essenza della vita
cristiana: « Questa vita che vivo nella carne, io la vivo nella fede del Figlio
di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me ».7 E come si può rispon-
dere a questo amore, se non abbracciando Cristo crocifisso, fino a vivere della
sua stessa vita? « Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo,
ma Cristo vive in me ».8
Parlando del suo essere crocifisso con Cristo, San Paolo non solo accenna
alla sua nuova nascita nel battesimo, ma a tutta la sua vita a servizio di
Cristo. Questo nesso con la sua vita apostolica appare con chiarezza nelle
parole conclusive della sua difesa della libertà cristiana alla fine della Lettera
ai Galati: « D'ora innanzi nessuno mi procuri fastidi: difatti io porto le stig-
mate di Gesù nel mio corpo ».9 È la prima volta, nella storia del cristianesimo,
che appare la parola « stigmate di Gesù ». Nella disputa sul modo retto di
vedere e di vivere il Vangelo, alla fine, non decidono gli argomenti del nostro
pensiero; decide la realtà della vita, la comunione vissuta e sofferta con Gesù,
non solo nelle idee o nelle parole, ma fin nel profondo dell'esistenza, coinvol-
gendo anche il corpo, la carne. I lividi ricevuti in una lunga storia di passione
sono la testimonianza della presenza della croce dı̀ Gesù nel corpo di San
Paolo, sono le sue stigmate. E cosı̀ può dire che non è la circoncisione che
lo salva: le stigmate sono la conseguenza del suo battesimo, l'espressione del
suo morire con Gesù giorno per giorno, il segno sicuro del suo essere nuova
creatura.10 Paolo accenna, del resto, con l'applicazione della parola « stigma-
te », all'uso antico di imprimere sulla pelle dello schiavo il sigillo del suo
proprietario. Il servo era cosı̀ « stigmatizzato » come proprietà del suo padrone
e stava sotto la sua protezione. Il segno della croce, iscritto in lunghe passioni
sulla pelle di Paolo, è il suo vanto: lo legittima come vero servo di Gesù,
protetto dall'amore del Signore.
Cari amici, Francesco di Assisi ci riconsegna oggi tutte queste parole di
Paolo, con la forza della sua testimonianza. Da quando il volto dei lebbrosi,
amati per amore di Dio, gli fece intuire, in qualche modo, il mistero della
6 Ef 2, 14. 7 Gal 2, 20b. 8 Gal 2, 20a. 9 6, 17. 10 Cf. Gal 6, 15.