do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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vuol dire inoltrarsi sulla « via » che è Cristo stesso, nella compagnia dei cre-
denti; vuol dire camminare aiutandoci reciprocamente a divenire realmente
amici di Gesù Cristo e figli di Dio.
L'esperienza quotidiana ci dice - e lo sappiamo tutti - che educare alla
fede proprio oggi non è un'impresa facile. Oggi, in realtà, ogni opera di
educazione sembra diventare sempre più ardua e precaria. Si parla perciò
di una grande « emergenza educativa », della crescente difficoltà che s'incon-
tra nel trasmettere alle nuove generazioni i valori-base dell'esistenza e di un
retto comportamento, difficoltà che coinvolge sia la scuola sia la famiglia e si
può dire ogni altro organismo che si prefı̀gga scopi educativi. Possiamo ag-
giungere che si tratta di un'emergenza inevitabile: in una società e in una
cultura che troppo spesso fanno del relativismo il proprio credo - il relativi-
smo è diventato una sorta di dogma -, in una simile società viene a mancare
la luce della verità, anzi si considera pericoloso parlare di verità, lo si consi-
dera « autoritario », e si finisce per dubitare della bontà della vita - è bene
essere uomo? è bene vivere? - e della validità dei rapporti e degli impegni
che costituiscono la vita. Come sarebbe possibile, allora, proporre ai più
giovani e trasmettere di generazione in generazione qualcosa di valido e di
certo, delle regole di vita, un autentico significato e convincenti obiettivi per
l'umana esistenza, sia come persone sia come comunità? Perciò l'educazione
tende ampiamente a ridursi alla trasmissione di determinate abilità, o capa-
cità di fare, mentre si cerca di appagare il desiderio di felicità delle nuove
generazioni colmandole di oggetti di consumo e di gratificazioni effimere. Cosı̀
sia i genitori sia gli insegnanti sono facilmente tentati di abdicare ai propri
compiti educativi e di non comprendere nemmeno più quale sia il loro ruolo, o
meglio la missione ad essi affidata. Ma proprio cosı̀ non offriamo ai giovani,
alle nuove generazioni, quanto è nostro compito trasmettere loro. Noi siamo
debitori nei loro confronti anche dei veri valori che danno fondamento alla
vita.
Ma questa situazione evidentemente non soddisfa, non può soddisfare,
perché lascia da parte lo scopo essenziale dell'educazione, che è la formazione
della persona per renderla capace di vivere in pienezza e di dare il proprio
contributo al bene della comunità. Cresce perciò, da più parti, la domanda di
un'educazione autentica e la riscoperta del bisogno di educatori che siano
davvero tali. Lo chiedono i genitori, preoccupati e spesso angosciati per il
futuro dei propri figli, lo chiedono tanti insegnanti che vivono la triste espe-
rienza del degrado delle loro scuole, lo chiede la società nel suo complesso, in