do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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Acta Benedicti Pp. XVI 701
nome delle Agenzı̀e legate al Dicastero ed ora si è fatto di nuovo interprete del
comune omaggio cordiale. Ricambio il gradito ricordo a Sua Beatitudine il
Cardinale Ignace Moussa Daoud, all'Arcivescovo Segretario Antonio Maria
Vegliò, ai Collaboratori della Congregazione, ai responsabili delle Opere che
compongono la R.O.A.C.O. (Riunione Opere in Aiuto alle Chiese Orientali) e
a tutti i partecipanti a questo annuale ritrovo.
La presenza di venerati Presuli Orientali mi consente di condividere la
pena e la preoccupazione per la delicata situazione in cui versano vaste aree
del Medio Oriente. La pace, tanto implorata e attesa, è purtroppo ancora
largamente offesa. È offesa nel cuore dei singoli, e ciò compromette le rela-
zioni interpersonali e comunitarie. La debolezza della pace si acuisce ulterior-
mente a motivo di ingiustizie antiche e nuove. Cosı̀ essa si spegne, lasciando
spazio alla violenza, che spesso degenera in guerra più o meno dichiarata fino
a costituire, come ai nostri giorni, un assillante problema internazionale.
Insieme a ciascuno di voi, sentendomi in comunione con tutte le Chiese e
comunità cristiane, ma anche con coloro che venerano il nome di Dio e lo
cercano in sincerità di coscienza, e a tutti gli uomini di buona volontà desi-
dero bussare nuovamente al cuore di Dio, Creatore e Padre, per chiedere con
immensa fiducia il dono della pace. Busso al cuore di coloro che hanno spe-
cifiche responsabilità perché aderiscano al grave dovere di garantire la pace a
tutti, indistintamente, liberandola dalla malattia mortale della discrimina-
zione religiosa, culturale, storica o geografica.
Con la pace, la terra tutta ritrovi la sua vocazione e missione di « casa
comune » per ogni popolo e nazione, grazie all'impegno condiviso di un dia-
logo sempre sincero e responsabile. Assicuro ancora una volta che la Terra
Santa, l'Iraq e il Libano sono presenti, con l'urgenza e la costanza che meri-
tano, nella preghiera e nell'azione della Sede Apostolica e di tutta la Chiesa.
Chiedo alla Congregazione per le Chiese Orientali e a ciascuna delle Opere ad
essa collegate di confermare la stessa premura alfine di rendere più incisivi la
vicinanza e l'intervento a favore di tanti nostri fratelli e sorelle. Essi sentano
fin d'ora il conforto della fraternità ecclesiale e, come auspichiamo con orante
fervore, possano presto intravedere lo spuntare dei giorni della pace.
Con questi sentimenti, rinnovo a Sua Beatitudine il Patriarca Caldeo, che
oggi è con noi, il cordoglio del Papa per la barbara uccisione di un inerme
sacerdote e di tre suddiaconi avvenuta al termine della Liturgia domenicale il
3 giugno scorso in Iraq. La Chiesa intera accompagna con affetto e ammira-