do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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Acta Benedicti Pp. XVI 729
avevamo riscoperto le radici cristiane dell'Europa e avevamo cominciato a
ricostruire l'Europa con queste ispirazioni grandi. Ma finita questa genera-
zione si vedevano anche tutti i fallimenti, le lacune di questa ricostruzione, la
grande miseria nel mondo e cosı̀ comincia, esplode la crisi della cultura occi-
dentale, direi una rivoluzione culturale che vuole cambiare radicalmente.
Dice: non abbiamo creato, in duemila anni di cristianesimo, il mondo miglio-
re. Dobbiamo ricominciare da zero in modo assolutamente nuovo; il marxi-
smo sembra la ricetta scientifica per creare finalmente il nuovo mondo. E in
questo - diciamo - grave, grande scontro tra la nuova, sana modernità
voluta dal Concilio e la crisi della modernità, diventa tutto diffı̀cile come
dopo il primo Concilio di Nicea. Una parte era del parere che questa rivolu-
zione culturale era quanto aveva voluto il Concilio, identificava questa nuova
rivoluzione culturale marxista con la volontà del Concilio; diceva: questo è il
Concilio. Nella lettera i testi sono ancora un po' antiquati, ma dietro le parole
scritte sta questo spirito, questo è la volontà del Concilio, cosı̀ dobbiamo fare.
E dall'altra parte, naturalmente, la reazione: cosı̀ distruggete la Chiesa. La
reazione - diciamo - assoluta contro il Concilio, la anti-conciliarità e -
diciamo - la timida, umile ricerca di realizzare il vero spirito del Concilio. E
come dice un proverbio « Se cade un albero fa grande rumore, se cresce una
selva non si sente niente perché si sviluppa un processo senza rumore » e
quindi durante questi grandi rumori del progressismo sbagliato, dell'anti-
conciliarismo cresce molto silenziosamente, con tante sofferenze e anche
con tante perdite nella costruzione di un nuovo passaggio culturale, il cam-
mino della Chiesa. E poi la seconda cesura nell'89. Il crollo dei regimi comu-
nisti, ma la risposta non fu il ritorno alla fede, come si poteva forse aspettare,
non fu la riscoperta che proprio la Chiesa con il Concilio autentico aveva dato
la risposta. La risposta fu invece lo scetticismo totale, la cosiddetta postmo-
dernità. Niente è vero, ognuno deve vedere come vivere, si afferma un ma-
terialismo, uno scetticismo pseudo-razionalista cieco che finisce nella droga,
finisce in tutti questi problemi che conosciamo e di nuovo chiude le strade alla
fede, perché è cosı̀ semplice, cosı̀ evidente. No, non c'è nulla di vero. La verità
è intollerante, non possiamo prendere questa strada. Ecco: in questi contesti
di due rotture culturali, la prima, la rivoluzione culturale del '68, la seconda,
la caduta potremmo dire nel nichilismo dopo l'89, la Chiesa con umiltà, tra le
passioni del mondo e la gloria del Signore, prende la sua strada. Su questa
strada dobbiamo crescere con pazienza e dobbiamo adesso in un modo nuovo