do la condizione di servo ».1 Grazie all'aiuto di ottimi maestri, si pose sulle
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cano le radici di tante Istituzioni ecclesiastiche e civili, studiano la storia dei
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imparare che cosa vuol dire rinunciare al trionfalismo. Il Concilio aveva detto
di rinunciare al trionfalismo - e aveva pensato al barocco, a tutte queste
grandi culture della Chiesa. Si disse: cominciamo in modo moderno, nuovo.
Ma era cresciuto un altro trionfalismo, quello di pensare: noi adesso facciamo
le cose, noi abbiamo trovato la strada e troviamo su di essa il mondo nuovo.
Ma l'umiltà della Croce, del Crocifisso esclude proprio anche questo trionfali-
smo, dobbiamo rinunciare al trionfalismo secondo cui adesso nasce realmente
la grande Chiesa del futuro. La Chiesa di Cristo è sempre umile e proprio cosı̀
è grande e gioiosa. Mi sembra molto importante che adesso possiamo vedere
con occhi aperti quanto è anche cresciuto di positivo nel dopo Concilio: nel
rinnovamento della liturgia, nei Sinodi, Sinodi romani, Sinodi universali,
Sinodi diocesani, nelle strutture parrocchiali, nella collaborazione, nella nuo-
va responsabilità dei laici, nella grande corresponsabilità interculturale e
intercontinentale, in una nuova esperienza della cattolicità della Chiesa, del-
l'unanimità che cresce in umiltà e tuttavia è la vera speranza del mondo. E
cosı̀ dobbiamo, mi sembra, riscoprire la grande eredità del Concilio che non è
uno spirito ricostruito dietro i testi, ma sono proprio i grandi testi conciliari
riletti adesso con le esperienze che abbiamo avuto e che hanno portato frutto
in tanti movimenti, tante nuove comunità religiose. In Brasile sono arrivato
sapendo come si espandono le sette e come sembra un po' sclerotizzata la
Chiesa cattolica; ma una volta arrivato ho visto che quasi ogni giorno in
Brasile nasce una nuova comunità religiosa, nasce un nuovo movimento,
non solo crescono le sette. Cresce la Chiesa con nuove realtà piene di vitalità,
non cosı̀ da riempire le statistiche - questa è una speranza falsa, la statistica
non è la nostra divinità - ma crescono negli animi e creano la gioia della
fede, creano presenza del Vangelo, creano cosı̀ anche vero sviluppo del mondo
e della società. Quindi mi sembra che dobbiamo combinare la grande umiltà
del Crocifisso, di una Chiesa che è sempre umile e sempre contrastata dai
grandi poteri economici, militari ecc, ma dobbiamo imparare insieme con
questa umiltà anche il vero trionfalismo della cattolicità che cresce in tutti
i secoli. Cresce anche oggi la presenza del Crocifisso risorto, che ha e conserva
le sue ferite; è ferito, ma proprio cosı̀ rinnova il mondo, dà il suo soffio che
rinnova anche la Chiesa nonostante tutta la nostra povertà. E direi, in questo
insieme di umiltà della Croce e di gioia del Signore risorto, che nel Concilio ci
ha dato un grande indicatore di strada, possiamo andare avanti gioiosamente
e pieni di speranza.