Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale556
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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale630
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale632
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale634
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale636
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale638
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale640
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale642
Congregatio de Cultu Divino et Disciplina Sacramentorum 643
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale644
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale646
Acta Francisci Pp. 605
II
Ad scriptorum coetum Ephemeridis « La Civiltà Cattolica ».*
Cari amici nel Signore,
sono contento di incontrare voi Scrittori, la vostra comunità al completo,
le Suore e gli Addetti all'amministrazione della Casa. I Gesuiti della Civiltà
Cattolica, sin dal 1850, svolgono un lavoro che ha un particolare legame con il
Papa e la Sede Apostolica. I miei Predecessori, incontrandovi in udienza,
hanno riconosciuto più volte come questo vincolo sia un tratto essenziale
della vostra rivista. Oggi vorrei suggerirvi tre parole che possono aiutarvi
nel vostro impegno.
La prima è dialogo. Voi svolgete un importante servizio culturale. Inizial-
mente l'atteggiamento e lo stile della Civiltà Cattolica furono combattivi e
spesso anche aspramente polemici, in sintonia con il clima generale dell'epo-
ca. Ripercorrendo i 163 anni della rivista, si rileva una ricca varietà di posi-
zioni, dovute sia al mutare delle circostanze storiche, sia alle personalità dei
singoli scrittori. La vostra fedeltà alla Chiesa richiede ancora di essere duri
contro le ipocrisie frutto di un cuore chiuso, malato. Duri contro questa
malattia. Ma il vostro compito principale non è di costruire muri ma ponti;
è quello di stabilire un dialogo con tutti gli uomini, anche con coloro che non
condividono la fede cristiana, ma « hanno il culto di alti valori umani », e
perfino « con coloro che si oppongono alla Chiesa e la perseguitano in varie
maniere ».1 Sono tante le questioni umane da discutere e condividere e nel
dialogo è sempre possibile avvicinarsi alla verità, che è dono di Dio, e arric-
chirsi vicendevolmente. Dialogare significa essere convinti che l'altro abbia
qualcosa di buono da dire, fare spazio al suo punto di vista, alla sua opinione,
alle sue proposte, senza cadere, ovviamente, nel relativismo. E per dialogare
bisogna abbassare le difese e aprire le porte. Continuate il dialogo con le
istituzioni culturali, sociali, politiche, anche per offrire il vostro contributo
alla formazione di cittadini che abbiano a cuore il bene di tutti e lavorino per
il bene comune. La « civiltà cattolica » è la civiltà dell'amore, della misericor-
dia, della fede.
* Die 14 Iunii 2013. 1 Gaudium et spes, 92.