ACTA FRANCISCI PP.

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 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale644

 Congregatio pro Episcopis 645

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale646

 Congregatio pro Episcopis 647

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale648

 Diarium Romanae Curiae 649

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da lontano i padri dell'Antico Testamento? I beni promessi da Dio. Ciascuno

di noi si può domandare: qual è la mia promessa? A che cosa guardo? Che cosa

cerco nella vita? Quello che la memoria fondante ci spinge a cercare è il

Signore, Lui è il bene promesso. Questo non deve sembrarci mai qualcosa

di scontato. Il 25 aprile 1951, in un celebre discorso, l'allora Sostituto della

Segreteria di Stato, Mons. Montini, ricordava che la figura del Rappresen-

tante Pontificio « è quella di uno che ha veramente la coscienza di portare

Cristo con sé », come il bene prezioso da comunicare, da annunciare, da rap-

presentare. I beni, le prospettive di questo mondo finiscono per deludere,

spingono a non accontentarsi mai; il Signore è il bene che non delude, l'unico

che non delude. E questo esige un distacco da se stessi che si può raggiungere

solo con un costante rapporto con il Signore e l'unificazione della vita attorno

a Cristo. E questo si chiama familiarità con Gesù. La familiarità con Gesù

Cristo dev'essere l'alimento quotidiano del Rappresentante Pontificio, perché

è l'alimento che nasce dalla memoria del primo incontro con Lui e perché

costituisce anche l'espressione quotidiana di fedeltà alla sua chiamata. Fa-

miliarità. Familiarità con Gesù Cristo nella preghiera, nella Celebrazione eu-

caristica, da non tralasciare mai, nel servizio della carità.

3. C'è sempre il pericolo, anche per gli uomini di Chiesa, di cedere a quella

che io chiamo, riprendendo un'espressione di De Lubac, la «mondanità spi-

rituale »: cedere allo spirito del mondo, che conduce ad agire per la propria

realizzazione e non per la gloria di Dio,3 a quella sorta di « borghesia dello

spirito e della vita » che spinge ad adagiarsi, a ricercare una vita comoda e

tranquilla. Agli Alunni della Pontificia Accademia Ecclesiastica ho ricordato

come per il beato Giovanni XXIII, il servizio quale Rappresentante Ponti-

ficio sia stato uno degli ambiti, e non secondario, in cui prese forma la sua

santità, e citavo alcuni passaggi del Giornale dell'Anima che si riferivano

proprio a questo lungo tratto del suo ministero. Egli affermava di avere

compreso sempre di più che, per l'efficacia della sua azione, doveva potare

continuamente la vigna della sua vita da ciò che è solo fogliame inutile e

andare diritto all'essenziale, che è Cristo e il suo Vangelo, altrimenti si rischia

di volgere al ridicolo una missione santa.4 È una parola forte questa del

ridicolo, ma è vera: cedere allo spirito mondano espone soprattutto noi Pa-

stori al ridicolo; potremo forse ricevere qualche applauso, ma quelli stessi che

3 Cfr Meditazione sulla Chiesa, Milano 1979, p. 269. 4 Giornale dell'Anima, Cinisello Balsamo 2000, pp. 513-514.