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grazia? Nessuno sa dirlo: no. Vado a comprarla dalla segretaria parrocchiale,
forse lei la vende, la grazia? Qualche prete la vende, la grazia? Ascoltate bene
questo: la grazia non si compra e non si vende; è un regalo di Dio in Gesù
Cristo. Gesù Cristo ci dà la grazia. È l'unico che ci dà la grazia. È un regalo: ce
lo offre, a noi. Prendiamola. È bello questo. L'amore di Gesù è cosı̀: ci dà la
grazia gratuitamente, gratuitamente. E noi dobbiamo darla ai fratelli, alle
sorelle, gratuitamente. È un po' triste quando uno incontra alcuni che ven-
dono la grazia: nella storia della Chiesa alcune volte è accaduto questo, e ha
fatto tanto male, tanto male. Ma la grazia non si può vendere: la ricevi
gratuitamente e la dai gratuitamente. E questa è la grazia di Gesù Cristo.
In mezzo a tanti dolori, a tanti problemi che ci sono qui, a Roma, c'è
gente che vive senza speranza. Ciascuno di noi può pensare, in silenzio, alle
persone che vivono senza speranza, e sono immerse in una profonda tristezza
da cui cercano di uscire credendo di trovare la felicità nell'alcol, nella droga,
nel gioco d'azzardo, nel potere del denaro, nella sessualità senza regole... Ma
si ritrovano ancora più delusi e talvolta sfogano la loro rabbia verso la vita
con comportamenti violenti e indegni dell'uomo. Quante persone tristi, quan-
te persone tristi, senza speranza! Pensate anche a tanti giovani che, dopo aver
sperimentato tante cose, non trovano senso alla vita e cercano il suicidio,
come soluzione. Voi sapete quanti suicidi di giovani ci sono oggi nel mondo?
La cifra è alta! Perché? Non hanno speranza. Hanno provato tante cose e la
società, che è crudele - è crudele! - non ti può dare speranza. La speranza è
come la grazia: non si può comprare, è un dono di Dio. E noi dobbiamo offrire
la speranza cristiana con la nostra testimonianza, con la nostra libertà, con la
nostra gioia. Il regalo che ci fa Dio della grazia, porta la speranza. Noi, che
abbiamo la gioia di accorgerci che non siamo orfani, che abbiamo un Padre,
possiamo essere indifferenti verso questa città che ci chiede, forse anche
inconsapevolmente, senza saperlo, una speranza che l'aiuti a guardare il fu-
turo con maggiore fiducia e serenità? Noi non possiamo essere indifferenti. Ma
come possiamo fare questo? Come possiamo andare avanti e offrire la spe-
ranza? Andare per la strada dicendo: « Io ho la speranza »? No! Con la vostra
testimonianza, con il vostro sorriso, dire: « Io credo che ho un Padre ». L'an-
nunzio del Vangelo è questo: con la mia parola, con la mia testimonianza dire:
« Io ho un Padre. Non siamo orfani. Abbiamo un Padre », e condividere questa
filiazione con il Padre e con tutti gli altri. « Padre, adesso capisco: si tratta di
convincere gli altri, di fare proseliti! ». No: niente di questo. Il Vangelo è come
il seme: tu lo semini, lo semini con la tua parola e con la tua testimonianza. E