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sario, un nemico che vuole tenere gli uomini separati da Dio. E per questo
instilla nei cuori la delusione, quando noi non vediamo ricompensato subito il
nostro impegno apostolico. Il diavolo ogni giorno getta nei nostri cuori semi
di pessimismo e di amarezza, e uno si scoraggia, noi ci scoraggiamo. «Non va!
Abbiamo fatto questo, non va; abbiamo fatto quell'altro e non va! E guarda
quella religione come attira tanta gente e noi no! ». È il diavolo che mette
questo. Dobbiamo prepararci alla lotta spirituale. Questo è importante. Non
si può predicare il Vangelo senza questa lotta spirituale: una lotta di tutti i
giorni contro la tristezza, contro l'amarezza, contro il pessimismo; una lotta
di tutti i giorni! Seminare non è facile. È più bello raccogliere, ma seminare
non è facile, e questa è la lotta di tutti i giorni dei cristiani.
Paolo diceva che lui aveva l'urgenza di predicare e lui aveva l'esperienza
di questa lotta spirituale, quando diceva: «Ho nella mia carne una spina di
satana e tutti i giorni la sento ». Anche noi abbiamo spine di satana che ci
fanno soffrire e ci fanno andare con difficoltà e tante volte ci scoraggiano.
Prepararci alla lotta spirituale: l'evangelizzazione chiede da noi un vero co-
raggio anche per questa lotta interiore, nel nostro cuore, per dire con la
preghiera, con la mortificazione, con la voglia di seguire Gesù, con i Sacra-
menti che sono un incontro con Gesù, dire a Gesù: grazie, grazie per la tua
grazia. Voglio portarla agli altri. Ma questo è lavoro: questo è lavoro. Questo
si chiama - non vi spaventate - si chiama martirio. Il martirio è questo:
fare la lotta, tutti i giorni, per testimoniare. Questo è martirio. E ad alcuni il
Signore chiede il martirio della vita, ma c'è il martirio di tutti i giorni, di tutte
le ore: la testimonianza contro lo spirito del male che non vuole che noi siamo
evangelizzatori.
E adesso, vorrei finire pensando una cosa. In questo tempo, in cui la
gratuità sembra affievolirsi nelle relazioni interpersonali perché tutto si ven-
de e tutto si compra, e la gratuità è difficile trovarla, noi cristiani annuncia-
mo un Dio che per essere nostro amico non chiede nulla se non di essere
accolto. L'unica cosa che chiede Gesù: essere accolto. Pensiamo a quanti
vivono nella disperazione perché non hanno mai incontrato qualcuno che
abbia loro mostrato attenzione, li abbia consolati, li abbia fatti sentire pre-
ziosi e importanti. Noi, discepoli del Crocifisso, possiamo rifiutarci di andare
in quei luoghi dove nessuno vuole andare per la paura di comprometterci e
del giudizio altrui, e cosı̀ negare a questi nostri fratelli l'annuncio della Parola
di Dio? La gratuità! Noi abbiamo ricevuto questa gratuità, questa grazia,
gratuitamente; dobbiamo darla, gratuitamente. E questo è quello che, alla