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essenziale. È vero c'è la Segreteria di Stato che ci aiuta, ma quest'ultimo
punto, il rapporto personale, è importante. E dobbiamo farlo, da ambedue
le parti.
Ho pensato a questa riunione e vi offro dei semplici pensieri su alcuni
aspetti, direi esistenziali, del vostro essere Rappresentanti Pontifici. Sono
cose sulle quali ho riflettuto nel mio cuore, soprattutto pensando di mettermi
accanto a ciascuno di voi. In questo incontro, non vorrei dirvi parole mera-
mente formali o parole di circostanza; farebbero male a tutti, a voi e a me.
Quello che vi dico adesso viene dal di dentro, ve lo assicuro, e mi sta a cuore.
1. Anzitutto vorrei sottolineare che la vostra è una vita di nomadi. L'ho
pensato tante volte: poveri uomini! Ogni tre, quattro anni per i Collaboratori,
un po' di più per i Nunzi, voi cambiate posto, passate da un Continente
all'altro, da un Paese all'altro, da una realtà di Chiesa ad un'altra, spesso
molto diversa; siete sempre con la valigia in mano. Mi pongo la domanda: che
cosa dice a tutti noi questa vita? Che senso spirituale ha? Direi che dà il senso
del cammino, che è centrale nella vita di fede, a iniziare da Abramo, uomo di
fede in cammino: Dio gli chiede di lasciare la sua terra, le sue sicurezze, per
andare, affidandosi a una promessa, che non vede, ma che conserva sempli-
cemente nel cuore come speranza che Dio gli offre.1 E questo comporta due
elementi, a mio parere. Anzitutto la mortificazione, perché davvero, andare
con la valigia in mano è una mortificazione, il sacrificio di spogliarsi di cose,
di amici, di legami e iniziare sempre di nuovo. E questo non è facile; è vivere
nel provvisorio, uscendo da se stessi, senza avere un luogo dove mettere
radici, una comunità stabile, eppure amando la Chiesa e il Paese che siete
chiamati a servire. Un secondo aspetto che comporta questo essere nomadi,
sempre in cammino, è quello che ci viene descritto nel capitolo undicesimo
della Lettera agli Ebrei. Elencando gli esempi di fede dei padri, l'autore affer-
ma che essi videro i beni promessi e li salutarono da lontano - è bella questa
icona -, dichiarando di essere pellegrini su questa terra.2 È un grande merito
una vita cosı̀, una vita come la vostra, quando si vive con l'intensità dell'a-
more, con la memoria operante della prima chiamata.
2. Vorrei fermarmi un momento sull'aspetto di « guardare da lontano »,
guardare le promesse da lontano, salutarle da lontano. Che cosa guardavano
1 Cfr Gen 12, 1-9. 2 Cfr 11, 13.