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sembreranno approvarci, poi ci criticheranno alle spalle. Questa è una regola
comune.
Ma noi siamo Pastori! E questo non lo dobbiamo dimenticare mai! Voi,
cari Rappresentanti Pontifici, siete presenza di Cristo, siete presenza sacer-
dotale, di Pastori. Certo, non insegnerete ad una porzione particolare del
Popolo di Dio che vi è stata affidata, non sarete a guida di una Chiesa locale,
ma siete Pastori che servono la Chiesa, con ruolo di incoraggiare, di essere
ministri di comunione, e anche con il compito, non sempre facile, del richia-
mare. Fate sempre tutto con profondo amore! Anche nei rapporti con le
Autorità civili e i Colleghi voi siete Pastori: ricercate sempre il bene, il bene
di tutti, il bene della Chiesa e di ogni persona. Ma questo lavoro pastorale,
come ho detto, si fa con la familiarità con Gesù Cristo nella preghiera, nella
Celebrazione eucaristica, nelle opere di carità: lı̀ è presente il Signore. Ma da
parte vostra si deve fare anche con professionalità, e sarà come il vostro - mi
viene da dire una parola - il vostro cilicio, la vostra penitenza: fare sempre
con professionalità le cose, perché la Chiesa vi vuole cosı̀. E quando un
Rappresentante Pontificio non fa le cose con professionalità, perde anche
autorità.
Vorrei concludere dicendo anche una parola su uno dei punti importanti
del vostro servizio come Rappresentanti Pontifici, almeno per la stragrande
maggioranza: la collaborazione alle provviste episcopali. Voi conoscete la
celebre espressione che indica un criterio fondamentale nella scelta di chi
deve governare: si sanctus est oret pro nobis, si doctus est doceat nos, si prudens
est regat nos- se è Santo preghi per noi, se è dotto ci insegni, se è prudente ci
governi. Nel delicato compito di realizzare l'indagine per le nomine episcopali
siate attenti che i candidati siano Pastori vicini alla gente: questo è il primo
criterio. Pastori vicini alla gente. È un gran teologo, una grande testa: che
vada all'Università, dove farà tanto bene! Pastori! Ne abbiamo bisogno! Che
siano padri e fratelli, siano miti, pazienti e misericordiosi; che amino la po-
vertà, interiore come libertà per il Signore e anche esteriore come semplicità e
austerità di vita, che non abbiano una psicologia da « Principi ». Siate attenti
che non siano ambiziosi, che non ricerchino l'episcopato; si dice che il Beato
Giovanni Paolo II in una prima udienza che aveva avuto con il Cardinale
Prefetto della Congregazione dei Vescovi, questi gli ha fatto la domanda sul
criterio di scelta dei candidati all'Episcopato e il Papa con la sua voce parti-
colare: « Il primo criterio: volentes nolumus ». Quelli che ricercano l'Episcopa-
to... no, non va. E che siano sposi di una Chiesa, senza essere in costante