acta apostolicae sedis c o m m e n t a r i u m o f f i c i a l e
160 Acta Apostolicæ Sedis - Commentarium Officiale
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Acta Francisci Pp. 169
gli occhi e le orecchie, ma soprattutto aprire il cuore, per andare oltre il
nostro « orticello ».
aprirsi a dio e ai fratelli. Sappiamo che questo mondo sempre più
artificiale ci fa vivere in una cultura del « fare », dell'« utile », dove senza
accorgercene escludiamo dio dal nostro orizzonte. ma anche escludiamo
l'orizzonte stesso! la Quaresima ci chiama a « riscuoterci », a ricordarci
che noi siamo creature, semplicemente che noi non siamo dio. Quando io
guardo nel piccolo ambiente quotidiano alcune lotte di potere per occupare
spazi, io penso: questa gente gioca a dio creatore. ancora non si sono
accorti che non sono dio.
e anche verso gli altri rischiamo di chiuderci, di dimenticarli. ma solo
quando le difficoltà e le sofferenze dei nostri fratelli ci interpellano, soltanto
allora possiamo iniziare il nostro cammino di conversione verso la Pasqua.
È un itinerario che comprende la croce e la rinuncia. il Vangelo di oggi indica
gli elementi di questo cammino spirituale: la preghiera, il digiuno e l'elemosi-
na.1 tutti e tre comportano la necessità di non farsi dominare dalle cose che
appaiono: quello che conta non è l'apparenza; il valore della vita non dipende
dall'approvazione degli altri o dal successo, ma da quanto abbiamo dentro.
il primo elemento è la preghiera. la preghiera è la forza del cristiano e di
ogni persona credente. nella debolezza e nella fragilità della nostra vita, noi
possiamo rivolgerci a dio con fiducia di figli ed entrare in comunione con lui.
dinanzi a tante ferite che ci fanno male e che ci potrebbero indurire il cuore,
noi siamo chiamati a tuffarci nel mare della preghiera, che è il mare dell'a-
more sconfinato di dio, per gustare la sua tenerezza. la Quaresima è tempo
di preghiera, di una preghiera più intensa, più prolungata, più assidua, più
capace di farsi carico delle necessità dei fratelli; preghiera di intercessione,
per intercedere davanti a dio per tante situazioni di povertà e di sofferenza.
il secondo elemento qualificante del cammino quaresimale è il digiuno.
dobbiamo stare attenti a non praticare un digiuno formale, o che in verità
ci « sazia » perché ci fa sentire a posto. il digiuno ha senso se veramente
intacca la nostra sicurezza, e anche se ne consegue un beneficio per gli altri,
se ci aiuta a coltivare lo stile del Buon Samaritano, che si china sul fratello
in difficoltà e si prende cura di lui. il digiuno comporta la scelta di una vita
sobria, nel suo stile; una vita che non spreca, una vita che non « scarta ».
digiunare ci aiuta ad allenare il cuore all'essenzialità e alla condivisione.
1 cfr Mt 6, 1-6.16-18.