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L'amore di Dio rimane per sempre, è fedele a se stesso, alla « parola data
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Congregatio de Causis Sanctorum 205
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206
Congregatio de Causis Sanctorum 207
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale208
Congregatio de Causis Sanctorum 209
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Congregatio de Causis Sanctorum 211
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale212
Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale214
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Congregatio pro Gentium Evangelizatione 217
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Congregatio de Institutione Catholica 219
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Congregatio de Institutione Catholica 221
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Congregatio de Institutione Catholica 223
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Congregatio de Institutione Catholica 225
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Congregatio de Institutione Catholica 227
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Congregatio de Institutione Catholica 233
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Alessandria aggiunge: « I discepoli erano caduti nella debolezza umana e
stavano discutendo l'un l'altro su chi fosse il capo e superiore agli altri ...
Questo è accaduto e ci è stato raccontato per il nostro vantaggio... Quanto è
accaduto ai santi Apostoli può rivelarsi per noi un incentivo all'umiltà ».5
Questo episodio dà modo a Gesù di rivolgersi a tutti i discepoli e « chiamarli
a sé », quasi per stringerli a sé, a formare come un corpo unico e indivisibile
con Lui e indicare qual è la strada per giungere alla vera gloria, quella di Dio:
« Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni
dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è cosı̀; ma
chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere
il primo tra voi sarà schiavo di tutti ».6
Dominio e servizio, egoismo e altruismo, possesso e dono, interesse e
gratuità: queste logiche profondamente contrastanti si confrontano in ogni
tempo e in ogni luogo. Non c'è alcun dubbio sulla strada scelta da Gesù: Egli
non si limita a indicarla con le parole ai discepoli di allora e di oggi, ma la vive
nella sua stessa carne. Spiega infatti: « Anche il Figlio dell'uomo non è venuto
a farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto di molti ».7
Queste parole illuminano con singolare intensità l'odierno Concistoro pubbli-
co. Esse risuonano nel profondo dell'anima e rappresentano un invito e un
richiamo, una consegna e un incoraggiamento specialmente per voi, cari e
venerati Fratelli che state per essere annoverati nel Collegio Cardinalizio.
Secondo la tradizione biblica, il Figlio dell'uomo è colui che riceve il
potere e il dominio da Dio.8 Gesù interpreta la sua missione sulla terra so-
vrapponendo alla figura del Figlio dell'uomo quella del Servo sofferente,
descritto da Isaia.9 Egli riceve il potere e la gloria solo in quanto « servo »;
ma è servo in quanto accoglie su di sé il destino di dolore e di peccato di tutta
l'umanità. Il suo servizio si attua nella fedeltà totale e nella responsabilità
piena verso gli uomini. Per questo la libera accettazione della sua morte
violenta diventa il prezzo di liberazione per molti, diventa l'inizio e il fonda-
mento della redenzione di ciascun uomo e dell'intero genere umano.
Cari Fratelli che state per essere annoverati nel Collegio Cardinalizio! Il
dono totale di sé offerto da Cristo sulla croce sia per voi principio, stimolo e
5 Commento a Luca, 12, 5, 24: PG 72, 912. 6 Mc 10, 42-44. 7 v. 45. 8 Cfr Dn 7, 13s. 9 Cfr Is 53, 1-12.