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quaestiones sociales, oeconomicas, politicas, culturales et religiosas quas
omnibus Nationibus totius orbis. Quid sibi vult vocabulum «dignum» operi
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povertà estrema nel mondo dipendevano dalla piena assunzione delle responsa-
bilità solidali nei confronti di tutta l'umanità, che hanno i Governi e gli Stati
economicamente più avanzati. Responsabilità che non sono venute meno, anzi
sono diventate oggi ancora più pressanti. Nel passato recente, in parte grazie
alla spinta che il Grande Giubileo del 2000 ha dato alla ricerca di soluzioni
adeguate alle problematiche relative al debito e alla vulnerabilità economica
dell'Africa e di altri Paesi poveri, in parte grazie ai notevoli cambiamenti nello
scenario economico e politico mondiale, la maggioranza dei Paesi meno svilup-
pati ha potuto godere di un periodo di straordinaria crescita, che ha consentito
a molti di essi di sperare nel conseguimento dell'obiettivo fissato dalla Comunità
internazionale alla soglia del terzo millennio, quello cioè di sconfiggere la po-
vertà estrema entro il 2015. Purtroppo, la crisi finanziaria ed economica, che
investe l'intero Pianeta dall'inizio del 2008, ha mutato il panorama, cosicché è
reale il rischio non solo che si spengano le speranze di uscire dalla povertà
estrema, ma che anzi cadano nella miseria pure popolazioni finora beneficiarie
di un minimo benessere materiale.
Inoltre, l'attuale crisi economica mondiale comporta la minaccia della can-
cellazione o della drastica riduzione dei piani di aiuto internazionale, special-
mente in favore dell'Africa e degli altri Paesi economicamente meno sviluppati.
E pertanto, con la stessa forza con cui Giovanni Paolo II chiese il condono del
debito estero, vorrei anch'io fare appello ai Paesi membri del G8, agli altri Stati
rappresentati e ai Governi del mondo intero, affinché l'aiuto allo sviluppo,
soprattutto quello rivolto a « valorizzare » la « risorsa umana », sia mantenuto
e potenziato, non solo nonostante la crisi, ma proprio perché di essa è una delle
principali vie di soluzione. Non è infatti investendo sull'uomo - su tutti gli
uomini e le donne della Terra - che si potrà riuscire ad allontanare in modo
efficace le preoccupanti prospettive di recessione mondiale? Non è in verità
questa la strada per ottenere, per quanto possibile, un andamento dell'economia
mondiale a beneficio degli abitanti di ogni Paese, ricco e povero, grande e
piccolo?
Il tema dell'accesso all'educazione è intimamente connesso all'efficacia della
cooperazione internazionale. Se allora è vero che occorre « investire » sugli uo-
mini, l'obiettivo dell'educazione basica per tutti, senza esclusioni, entro il 2015,
non solo va mantenuto, bensı̀ rafforzato generosamente. L'educazione è condi-
zione indispensabile per il funzionamento della democrazia, per la lotta contro
la corruzione, per l'esercizio dei diritti politici, economici e sociali e per la ripresa
effettiva di tutti gli Stati, poveri e ricchi. Ed applicando rettamente il principio