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quaestiones sociales, oeconomicas, politicas, culturales et religiosas quas
omnibus Nationibus totius orbis. Quid sibi vult vocabulum «dignum» operi
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Acta Benedicti Pp. XVI 731
HOMILIAE
I
In Vesperarum celebratione, recurrente instauratione Sacelli Paulini.*
Signori Cardinali,
venerati Fratelli nell'Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!
Si realizza quest'oggi, a pochi giorni dalla solennità dei Santi Pietro e Paolo
e dalla chiusura dell'Anno Paolino, il mio desiderio di poter riaprire al culto la
Cappella Paolina. Nelle Basiliche Papali di San Paolo e di San Pietro abbiamo
vissuto le celebrazioni solenni in onore dei due Apostoli; questa sera, quasi a
completamento, ci raccogliamo nel cuore del Palazzo Apostolico, nella Cappella
che è stata voluta dal Papa Paolo III e realizzata da Antonio da Sangallo il
Giovane, proprio quale luogo riservato di preghiera per il Papa e per la Famiglia
pontificia. Aiutano a meditare e a pregare in maniera quanto mai efficace i
dipinti e le decorazioni che la abbelliscono, in particolare i due grandi affreschi
di Michelangelo Buonarroti, che sono gli ultimi della sua lunga esistenza. Rap-
presentano la conversione di Paolo e la crocifissione di Pietro.
Lo sguardo è attratto innanzitutto dal volto dei due Apostoli. È evidente,
già dalla loro posizione, che questi due volti giocano un ruolo centrale nel
messaggio iconografico della Cappella. Ma, al di là della collocazione, essi ci
attirano subito « oltre » l'immagine: ci interrogano e ci inducono a riflettere.
Anzitutto, soffermiamoci su Paolo: perché è rappresentato con un volto cosı̀
anziano? È il volto di un uomo vecchio, mentre sappiamo - e lo sapeva bene
anche Michelangelo - che la chiamata di Saulo sulla via di Damasco avvenne
quando egli era circa trentenne. La scelta dell'artista ci porta già fuori dal puro
realismo, ci fa andare oltre la semplice narrazione degli eventi per introdurci ad
un livello più profondo. Il volto di Saulo-Paolo - che è poi quello dello stesso
artista ormai vecchio, inquieto e in cerca della luce della verità - rappresenta
l'essere umano bisognoso di una luce superiore. È la luce della grazia divina,
indispensabile per acquistare una vista nuova, con cui percepire la realtà orien-
* Die 4 Iulii 2009.