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quaestiones sociales, oeconomicas, politicas, culturales et religiosas quas
omnibus Nationibus totius orbis. Quid sibi vult vocabulum «dignum» operi
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tata alla « speranza che vi attende nei cieli » - come scrive l'Apostolo nel saluto
iniziale della Lettera ai Colossesi, che abbiamo appena ascoltato.1
Il volto di Saulo caduto a terra è illuminato dall'alto, dalla luce del Risorto
e, pur nella sua drammaticità, la raffigurazione ispira pace e infonde sicurezza.
Esprime la maturità dell'uomo interiormente illuminato da Cristo Signore,
mentre attorno ruota un turbinı̀o di eventi in cui tutte le figure si ritrovano
come in un vortice. La grazia e la pace di Dio hanno avvolto Saulo, lo hanno
conquistato e trasformato interiormente. Quella stessa « grazia » e quella stessa
« pace » egli annuncerà a tutte le sue comunità nei suoi viaggi apostolici, con una
maturità di anziano non anagrafica, ma spirituale, donatagli dal Signore stesso.
Qui dunque, nel volto di Paolo, possiamo già percepire il cuore del messaggio
spirituale di questa Cappella: il prodigio cioè della grazia di Cristo, che trasfor-
ma e rinnova l'uomo mediante la luce della sua verità e del suo amore. In questo
consiste la novità della conversione, della chiamata alla fede, che trova il suo
compimento nel mistero della Croce.
Dal volto di Paolo passiamo cosı̀ a quello di Pietro, raffigurato nel momento
in cui la sua croce rovesciata viene issata ed egli si volta a fissare chi lo sta
osservando. Anche questo volto ci sorprende. L'età rappresentata qui è quella
giusta, ma è l'espressione a meravigliarci e interrogarci. Perché questa espres-
sione? Non è un'immagine di dolore, e la figura di Pietro comunica un sorpren-
dente vigore fisico. Il viso, specialmente la fronte e gli occhi, sembrano espri-
mere lo stato d'animo dell'uomo di fronte alla morte e al male: c'è come uno
smarrimento, uno sguardo acuto, proteso, quasi a cercare qualcosa o qualcuno,
nell'ora finale. E anche nei volti delle persone che gli stanno intorno risaltano gli
occhi: serpeggiano sguardi inquieti, alcuni addirittura spaventati o smarriti.
Che significa tutto questo? È ciò che Gesù aveva predetto a questo suo Apo-
stolo: «Quando sarai vecchio un altro ti porterà dove tu non vuoi »; e il Signore
aveva aggiunto: « Seguimi ».2 Ecco, si realizza proprio ora il culmine della seque-
la: il discepolo non è da più del Maestro, e adesso sperimenta tutta l'amarezza
della croce, delle conseguenze del peccato che separa da Dio, tutta l'assurdità
della violenza e della menzogna. Se in questa Cappella si viene a meditare, non
si può sfuggire alla radicalità della domanda posta dalla croce: la croce di Cristo,
Capo della Chiesa, e la croce di Pietro, suo Vicario sulla terra.
1 1, 5. 2 Gv 21, 18.19.