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quaestiones sociales, oeconomicas, politicas, culturales et religiosas quas
omnibus Nationibus totius orbis. Quid sibi vult vocabulum «dignum» operi
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Acta Benedicti Pp. XVI 733
I due volti, su cui si è soffermato il nostro sguardo, stanno l'uno di fronte
all'altro. Si potrebbe anzi pensare che quello di Pietro sia rivolto proprio al
volto di Paolo, il quale, a sua volta, non vede, ma porta in sé la luce di Cristo
risorto. È come se Pietro, nell'ora della prova suprema, cercasse quella luce che
ha donato la vera fede a Paolo. Ecco allora che in questo senso le due icone
possono diventare i due atti di un unico dramma: il dramma del Mistero pa-
squale: Croce e Risurrezione, morte e vita, peccato e grazia. L'ordine cronolo-
gico tra gli avvenimenti rappresentati è forse rovesciato, ma emerge il disegno
della salvezza, quel disegno che lo stesso Cristo ha realizzato in se stesso por-
tandolo a compimento, come abbiamo poc'anzi cantato nell'inno della Lettera ai
Filippesi. Per chi viene a pregare in questa Cappella, e prima di tutto per il
Papa, Pietro e Paolo diventano maestri di fede. Con la loro testimonianza
invitano ad andare in profondità, a meditare in silenzio il mistero della Croce,
che accompagna la Chiesa fino alla fine dei tempi, e ad accogliere la luce della
fede, grazie alla quale la Comunità apostolica può estendere fino ai confini della
terra l'azione missionaria ed evangelizzatrice che le ha affidato Cristo risorto.
Qui non si fanno solenni celebrazioni con il popolo. Qui il Successore di Pietro e i
suoi collaboratori meditano in silenzio e adorano il Cristo vivente, presente
specialmente nel santissimo Sacramento dell'Eucaristia.
L'Eucaristia è il sacramento in cui si concentra tutta l'opera della Reden-
zione: in Gesù Eucaristia possiamo contemplare la trasformazione della morte
in vita, della violenza in amore. Nascosta sotto i veli del pane e del vino,
riconosciamo con gli occhi della fede la stessa gloria che si manifestò agli Apo-
stoli dopo la Risurrezione, e che Pietro, Giacomo e Giovanni contemplarono in
anticipo sul monte, quando Gesù si trasfigurò davanti a loro: evento misterioso,
la Trasfigurazione, che il grande quadro di Simone Cantarini ripropone anche in
questa Cappella con forza singolare. In realtà però tutta la Cappella - gli
affreschi di Lorenzo Sabatini e Federico Zuccari, le decorazioni dei numerosi
altri artisti convocati qui in un secondo momento dal Papa Gregorio XIII -,
tutto, potremmo dire, qui confluisce in un medesimo unico inno alla vittoria
della vita e della grazia sulla morte e sul peccato, in una sinfonia di lode e di
amore a Cristo redentore che risulta altamente suggestiva.
Cari amici, al termine di questa breve meditazione, vorrei ringraziare quanti
hanno cooperato affinché noi potessimo nuovamente godere di questo luogo
sacro completamente restaurato: il Prof. Antonio Paolucci e il suo predecessore
il Dott. Francesco Buranelli, che, quali Direttori dei Musei Vaticani, hanno
sempre avuto a cuore questo importantissimo restauro; i vari operatori specia-