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quaestiones sociales, oeconomicas, politicas, culturales et religiosas quas
omnibus Nationibus totius orbis. Quid sibi vult vocabulum «dignum» operi
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Non so perché abbiano omesso nel testo italiano la parola « onnipotente »,
ma vero è che ci sentiamo un po' quasi minacciati dall'onnipotenza: sembra
limitare la nostra libertà, sembra un peso troppo forte. Ma dobbiamo imparare
che l'onnipotenza di Dio non è un potere arbitrario, perché Dio è il Bene, è la
Verità, e perciò Dio può tutto, ma non può agire contro il bene, non può agire
contro la verità, non può agire contro l'amore e contro la libertà, perché Egli
stesso è il bene, è l'amore, e la vera libertà. E perciò tutto quanto egli fa non può
mai essere in contrasto con verità, amore e libertà. È vero il contrario. Egli, Dio,
è il custode della nostra libertà, dell'amore della verità. Questo occhio che ci
vede non è un occhio cattivo che ci sorveglia, ma è la presenza di un amore che
non ci abbandona mai e ci dona la certezza che il bene è essere, il bene è vivere: è
l'occhio dell'amore che ci dà l'aria per vivere.
Dio onnipotente e misericordioso. Un'orazione romana, collegata con il testo
del libro della Sapienza, dice: «Tu, Dio, mostri la tua onnipotenza nel perdono e
nella misericordia ». Il vertice della potenza di Dio è la misericordia, è il perdono.
Nel nostro odierno concetto mondiale di potere, pensiamo a uno che ha grandi
proprietà, che in economia ha qualcosa da dire, dispone di capitali, per influire
nel mondo del mercato. Pensiamo a uno che dispone del potere militare, che può
minacciare. La domanda di Stalin: «Quante divisioni ha il Papa? » ancora ca-
ratterizza l'idea media del potere. Ha potere chi può essere pericoloso, chi può
minacciare, chi può distruggere, chi ha in mano tante cose del mondo. Ma la
Rivelazione ci dice: «Non è cosı̀ »; il vero potere è il potere di grazia, e di
misericordia. Nella misericordia, Dio dimostra il vero potere.
E cosı̀ la seconda parte di questo indirizzo dice: «Hai redento il mondo, con
la passione, con il soffrire del tuo Figlio ». Dio ha sofferto e nel Figlio soffre con
noi. E questo è l'estremo apice del suo potere che è capace di soffrire con noi.
Cosı̀ dimostra il vero potere divino: voleva soffrire con noi, e per noi. Nelle
nostre sofferenze non siamo mai lasciati soli. Dio, nel suo Figlio, prima ha
sofferto ed è vicino a noi nelle nostre sofferenze.
Tuttavia rimane la questione difficile che adesso non posso interpretare
ampiamente: perché era necessario soffrire per salvare il mondo? Era necessario
perché nel mondo esiste un oceano di male, di ingiustizia, di odio, di violenza, e
le tante vittime dell'odio e dell'ingiustizia hanno il diritto che sia fatta giustizia.
Dio non può ignorare questo grido dei sofferenti che sono oppressi dall'ingiu-
stizia. Perdonare non è ignorare, ma trasformare, cioè Dio deve entrare in
questo mondo e opporre all'oceano dell'ingiustizia un oceano più grande del
bene e dell'amore. E questo è l'avvenimento della Croce: da quel momento,