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rio Servi Dei, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanc-
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Acta Benedicti Pp. XVI 179
luoghi e i tempi, per la comunione della fede che abbraccia il cielo e la terra.
Vivete la communio, e vivete con il cuore, giorno per giorno, il suo centro più
profondo in quel momento sacro, in cui il Signore stesso si dona nella santa
Comunione.
Con ciò siamo già giunti al successivo elemento fondamentale dell'esisten-
za ecclesiale, menzionato da san Luca: lo spezzare il pane. Lo sguardo del-
l'Evangelista, a questo punto, torna indietro ai discepoli di Emmaus, che
riconobbero il Signore dal gesto dello spezzare il pane. E da lı̀, lo sguardo
torna ancora più indietro all'ora dell'Ultima Cena, in cui Gesù, nello spezzare
il pane, distribuı̀ se stesso, si fece pane per noi ed anticipò la sua morte e la
sua risurrezione. Spezzare il pane - la santa Eucaristia è il centro della
Chiesa e deve essere il centro del nostro essere cristiani e della nostra vita
sacerdotale. Il Signore si dona a noi. Il Risorto entra nel mio intimo e vuole
trasformarmi per farmi entrare in una profonda comunione con Lui. Cosı̀ mi
apre anche a tutti gli altri: noi, i molti, siamo un solo pane e un solo corpo,
dice san Paolo.6 Cerchiamo di celebrare l'Eucaristia con una dedizione, un
fervore sempre più profondo, cerchiamo di impostare i nostri giorni secondo
la sua misura, cerchiamo di lasciarci plasmare da essa. Spezzare il pane - con
ciò è espresso insieme anche il condividere, il trasmettere il nostro amore agli
altri. La dimensione sociale, il condividere non è un'appendice morale che
s'aggiunge all'Eucaristia, ma è parte di essa. Ciò risulta chiaramente proprio
dal versetto che negli Atti degli Apostoli segue a quello citato poc'anzi: « Tutti
i credenti ... avevano ogni cosa in comune », dice Luca.7 Stiamo attenti che la
fede si esprima sempre nell'amore e nella giustizia degli uni verso gli altri e
che la nostra prassi sociale sia ispirata dalla fede; che la fede sia vissuta
nell'amore.
Come ultimo pilastro dell'esistenza ecclesiale, Luca menziona « le preghie-
re ». Egli parla al plurale: preghiere. Che cosa vuol dire con questo? Proba-
bilmente pensa alla partecipazione della prima Comunità di Gerusalemme
alle preghiere nel tempio, agli ordinamenti comuni della preghiera. Cosı̀ si
mette in luce una cosa importante. La preghiera, da una parte, deve essere
molto personale, un unirmi nel più profondo a Dio. Deve essere la mia lotta
con Lui, la mia ricerca di Lui, il mio ringraziamento per Lui e la mia gioia in
6 Cfr. 1 Cor 10, 17. 7 2, 44.