ACTA BENEDICTI PP. XVI

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 Acta Benedicti Pp. XVI 169

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale170

 Acta Benedicti Pp. XVI 171

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 Acta Benedicti Pp. XVI 173

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale174

 Acta Benedicti Pp. XVI 175

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 Congregatio de Causis Sanctorum 203

 rio Servi Dei, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanc-

 Congregatio de Causis Sanctorum 205

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale206

 Congregatio de Causis Sanctorum 207

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale208

 Congregatio de Causis Sanctorum 209

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 Congregatio de Causis Sanctorum 211

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 Congregatio de Causis Sanctorum 213

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 Congregatio de Causis Sanctorum 215

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 Congregatio de Causis Sanctorum 217

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale218

 Congregatio de Causis Sanctorum 219

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 Congregatio de Causis Sanctorum 221

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 Congregatio de Causis Sanctorum 223

 Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale224

 Congregatio de Causis Sanctorum 225

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 Congregatio de Causis Sanctorum 227

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 Congregatio de Causis Sanctorum 229

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 Congregatio de Causis Sanctorum 235

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 Congregatio de Causis Sanctorum 237

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 Congregatio de Causis Sanctorum 239

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 Congregatio de Causis Sanctorum 241

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 Diarium Romanae Curiae 243

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 Diarium Romanae Curiae 245

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Acta Apostolicae Sedis - Commentarium Officiale194

quale il diavolo è all'opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l'uomo

che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il

nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.

Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi

la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazio-

ne dell'uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta,

come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, « in disparte, su un alto mon-

te »,10 per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della

Grazia di Dio: « Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compia-

cimento. Ascoltatelo ».11 È l'invito a prendere le distanze dal rumore del

quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci,

ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove

discerne il bene e il male 12 e rafforza la volontà di seguire il Signore.

La domanda di Gesù alla Samaritana: « Dammi da bere »,13 che viene

proposta nella liturgia della terza domenica, esprime la passione di Dio per

ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell' « acqua

che zampilla per la vita eterna »: 14 è il dono dello Spirito Santo, che fa dei

cristiani « veri adoratori » in grado di pregare il Padre « in spirito e verità ».15

Solo quest'acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza!

Solo quest'acqua, donataci dal Figlio, irriga i deserti dell'anima inquieta

e insoddisfatta, « finché non riposa in Dio », secondo le celebri parole di

sant'Agostino.

La « domenica del cieco nato » presenta Cristo come luce del mondo. Il

Vangelo interpella ciascuno di noi: « Tu, credi nel Figlio dell'uomo? ». « Credo,

Signore! »,16 afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il

miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire

il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda

e possiamo riconoscere in Lui l'unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le

oscurità della vita e porta l'uomo a vivere da « figlio della luce ».

Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di

Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: « Io

10 Mt 17, 1. 11 V. 5. 12 Cfr. Eb 4, 12. 13 Gv 4, 7. 14 V. 14. 15 V. 23. 16 Gv 9, 35.38.