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rio Servi Dei, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanc-
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quale il diavolo è all'opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l'uomo
che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il
nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.
Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi
la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazio-
ne dell'uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta,
come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, « in disparte, su un alto mon-
te »,10 per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della
Grazia di Dio: « Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compia-
cimento. Ascoltatelo ».11 È l'invito a prendere le distanze dal rumore del
quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci,
ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove
discerne il bene e il male 12 e rafforza la volontà di seguire il Signore.
La domanda di Gesù alla Samaritana: « Dammi da bere »,13 che viene
proposta nella liturgia della terza domenica, esprime la passione di Dio per
ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell' « acqua
che zampilla per la vita eterna »: 14 è il dono dello Spirito Santo, che fa dei
cristiani « veri adoratori » in grado di pregare il Padre « in spirito e verità ».15
Solo quest'acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza!
Solo quest'acqua, donataci dal Figlio, irriga i deserti dell'anima inquieta
e insoddisfatta, « finché non riposa in Dio », secondo le celebri parole di
sant'Agostino.
La « domenica del cieco nato » presenta Cristo come luce del mondo. Il
Vangelo interpella ciascuno di noi: « Tu, credi nel Figlio dell'uomo? ». « Credo,
Signore! »,16 afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il
miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire
il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda
e possiamo riconoscere in Lui l'unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le
oscurità della vita e porta l'uomo a vivere da « figlio della luce ».
Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di
Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: « Io
10 Mt 17, 1. 11 V. 5. 12 Cfr. Eb 4, 12. 13 Gv 4, 7. 14 V. 14. 15 V. 23. 16 Gv 9, 35.38.