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rio Servi Dei, cuius auctoritas et vis iuridica a Congregatione de Causis Sanc-
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Acta Benedicti Pp. XVI 195
sono la risurrezione e la vita... Credi questo? »17 Per la comunità cristiana è il
momento di riporre con sincerità, insieme a Marta, tutta la speranza in Gesù
di Nazareth: « Sı̀, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui
che viene nel mondo ».18 La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a
superare il confine della morte, per vivere senza fine in Lui. La fede nella
risurrezione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo
al senso ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l'uomo per la risurrezione
e per la vita, e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla
storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla
cultura, alla politica, all'economia. Privo della luce della fede l'universo in-
tero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.
Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale,
particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le pro-
messe battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita,
quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo rinati « dall'acqua e dallo
Spirito Santo », e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere
all'azione della Grazia per essere suoi discepoli.
3. Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il
Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal
peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la « terra », che ci impo-
verisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo. In
Cristo, Dio si è rivelato come Amore.19 La Croce di Cristo, la « parola della
Croce » manifesta la potenza salvifica di Dio,20 che si dona per rialzare l'uomo
e portargli la salvezza: amore nella sua forma più radicale.21 Attraverso le
pratiche tradizionali del digiuno, dell'elemosina e della preghiera, espressioni
dell'impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più
radicale l'amore di Cristo. Il digiuno, che può avere diverse motivazioni,
acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo
più povera la nostra mensa impariamo a superare l'egoismo per vivere nella
logica del dono e dell'amore; sopportando la privazione di qualche cosa - e
non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro « io »,
per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri
17 Gv 11, 25-26. 18 V. 27. 19 Cfr. 1 Gv 4, 7-10. 20 Cfr. 1 Cor 1, 18. 21 Cfr. Enc. Deus caritas est, 12.